Tasse e criptovalute 2024, 2025 e 2026: quanto dovremo pagare?
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Se in questi giorni avete seguito la querelle sulla tassazione delle criptovalute e non avete capito nulla, non preoccupatevi. Le notizie si sono succedute in maniera frenetica, così come le dichiarazioni dei protagonisti, inoltre hanno riguardato periodi temporali diversi.
Facciamo quindi un po’ di chiarezza sulle ultime novità e su quanto andremo a pagare non solo quest’anno ma anche l’anno prossimo: il 2025 e il 2026.
Questo perché alla fine una soluzione è stata trovata, come dichiarato in un post su X dall’onorevole Giulio Centemero della Lega, che era apparso fin da subito tra i più attivi sull’argomento.
Si tratta però di una soluzione all’italiana con un decisione a metà strada tra la vecchia aliquota del 26% e quella nuova del 42%. Vediamo tutto nel dettaglio.
Quanto si pagherà di tasse sulle criptovalute: 2024, 2025 e 2026
Per l’anno in corso, il 2024, tutto rimane invariato; è prevista una aliquota sulle plusvalenze al di sopra dei 2.000 euro pari al 26%. In soldoni, se le vostre plusvalenze sono meno di 2.000 euro, non dovete pagare nemmeno un centesimo di tasse.
Nel 2025, invece, verrà tolta la soglia dei 2.000 euro. Quindi, qualsiasi plusvalenza verrà tassata al 26%.
Dal 2026, invece, si pagherà il 33%, sempre senza la soglia dei 2.000 euro.
C’è anche l’imposta di bollo
Alle plusvalenze va poi aggiunta anche l’imposta di bollo, da pagare a parte e secondo altre modalità.
In conformità con la Legge 197/2022 (Legge di Bilancio per il 2023), i saldi di fine anno dei crypto asset sono infatti soggetti a tassazione, incluso il patrimonio detenuto su exchange come Binance ma anche su Wallet De-Fi.
Per i crypto asset, l’imposta di bollo da pagare è lo 0,2% del saldo al 31 dicembre 2024 con un’imposta di bollo minima di 1 euro per gli utenti con almeno un crypto asset nel wallet. I saldi fiat, ovvero in valute come euro o dollaro, non sono invece soggetti a tassazione.
Si tratta di una imposta piuttosto contenuta visto che, con un patrimonio crypto di 1.000 euro, l’importo da versare sarà di appena 2 euro.
Fate attenzione alle crypto su Binance
Alcuni exchange come Binance hanno già inviato ai loro clienti un memorandum per spiegare come funzionerà il pagamento che in questo casa sarà obbligatorio.
Questo significa che Binance provvederà al pagamento dell’imposta prelevandola dal vostro conto se non l’avrete saldata entro il 22 gennaio 2025. In questo caso utilizzerà prima la vostra valuta fiat o le vostre stable coin ma se non le troverà passerà alle crypto.
Tra l’altro i dettagli sul calcolo dell’imposta di bollo saranno disponibili su Binance solo dopo il 7 gennaio 2025.
Conclusioni e considerazioni
Si chiude così, almeno per il momento, la vicenda tasse sulle crypto che ha tenuto gli italiani con il fiato sospeso. In Italia, il mercato delle criptovalute sta vivendo una crescita significativa, con un numero sempre maggiore di persone che hanno deciso di investire in Bitcoin, Ether e altri asset digitali.
Secondo i dati più recenti, oltre 3,6 milioni di italiani possiedono criptovalute, con molti che hanno scelto di acquistare attraverso exchange come Binance, Crypto.com o Coinbase.
L’aumento dell’aliquota al 33%, nonostante sia migliorativa rispetto al 42% previsto, rimane inadeguata e anacronistica. Basti pensare che gli ETF Spot su BTC nel nostro Paese, che permettono di “possedere” Bitcoin al pari di quanto si possa fare su un exchange, vengono tassati al 26% come gli altri prodotti finanziari.
E non è difficile cogliere che si tratta di un favore enorme alle banche, che in questo modo possono offrire Bitcoin a condizioni più favorevoli di un exchange e perfino dell’autocustodia tramite wallet.
Insomma, l’esatto contrario di quanto avrebbe voluto Satoshi Nakamoto.
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