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Rapporto UE: l'uso della moneta digitale da parte della criminalità organizzata è "RARE"

Un rapporto appena pubblicato dalla Commissione Europea suggerisce che l'uso della valuta virtuale è relativamente limitato tra i gruppi della criminalità organizzata.

Updated Sep 11, 2021, 1:31 p.m. Published Jul 8, 2017, 9:15 a.m.
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Un rapporto appena pubblicato dalla Commissione Europea suggerisce che l'uso della valuta virtuale è relativamente limitato tra i gruppi della criminalità organizzata.

Definendo i casi che coinvolgono la criminalità organizzata e la tecnologia "piuttosto RARE", il rapportoè stato inviato a fine giugno dalla Commissione Europea (il braccio esecutivo dell'Unione Europea) alla legislatura del blocco e al suo organismo di leader nazionali. È stato reso pubblico il 4 luglio.

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Gli autori del rapporto sostengono che alla base dei bassi tassi di utilizzo ci siano limitazioni tecnologiche, in particolare la mancanza di competenze.

Hanno concluso:

"Sono state condotte poche indagini sulle valute virtuali che sembrano essere raramente utilizzate dalle organizzazioni criminali. Mentre potrebbero avere un alto intento di utilizzo a causa delle caratteristiche [delle valute virtuali] (in particolare l'anonimato), il livello di capacità è inferiore a causa dell'elevata Tecnologie richiesta."

Il rapporto nota anche che alcuni "potrebbero avere un certo interesse nell'usare [valute virtuali] per Finanza attività terroristiche", ma non fornisce esempi specifici, indicando gli sforzi di raccolta di informazioni delle forze dell'ordine che hanno identificato post sui social media. Le carenze tecniche vengono nuovamente citate come fattore limitante.

In definitiva, gli autori sostengono che la mancanza di un quadro giuridico a livello di UE crea vulnerabilità sul fronte del monitoraggio delle transazioni.

In particolare, sostiene la creazione di un database di utenti e di dati associatiportafoglioindirizzi – un possibile percorso che hacritica disegnata dai sostenitori della Tecnologie e Privacy in generale.

"La Commissione pubblicherebbe una relazione corredata, se necessario, di proposte, tra cui, ove opportuno, per quanto riguarda le valute virtuali, poteri per istituire e mantenere un database centrale che registri le identità degli utenti e gli indirizzi dei portafogli elettronici accessibile alle UIF, nonché moduli di autodichiarazione per l'utilizzo da parte degli utenti di valute virtuali", suggerisce.

Commissione Europeaimmagine tramite Shutterstock

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