Euro digitale su Solana ed Ethereum? Ma mi faccia il piacere…
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Una delle notizie più importanti di oggi riguarda i piani europei per l’euro digitale, che sembrano aver subito un’accelerata dopo che gli USA hanno regolamentato le loro stablecoin tramite il Genius Act. La notizia arriva dal Financial Times, tramite una fonte anonima che viene definita: molto vicina alla trattativa.
Approvato dal presidente Donald Trump a luglio, il Genius Act stabilisce regole condivise per il mercato delle stablecoin, valutato 288 miliardi di dollari. In realtà non si tratta di niente di rivoluzionario visto che stabilisce linee guida di semplice buonsenso. Secondo la normativa, gli emittenti devono avere delle “riserve” in attività liquide, trasparenti e facilmente verificabili, oltre a severe norme di reporting e audit, per dimostrare la copertura delle riserve.
Insomma, un quadro normativo volto a rafforzare la protezione dei consumatori pur lasciando spazio all’innovazione.
Cresce il dibattito tra blockchain pubblica e registro privato per l’euro digitale
In molti hanno scritto che l’euro digitale funzionerà su una blockchain pubblica e decentralizzata, come Ethereum o Solana, e non su una blockchain centralizzata, creata ad hoc dalla BCE – la Banca Centrale Europea. Questo per evitare di proporre un sistema privato e simile a quello della Cina con lo yuan digitale, altamente centralizzato.
La paura è quella di perdere il treno delle stable coin (ricordiamo però ai lettori che le CBDC sono stable coin, ma non tutte le stable coin, si prenda l’esempio di Tether, sono CBDC, ndr), riducendo il ruolo dell’euro nei pagamenti transfrontalieri.
Attualmente, le reti internazionali gestiscono infatti la maggioranza dei pagamenti nell’Eurozona, con società non europee che coprono tra il 68% e il 72% delle transazioni. Un euro digitale basato su blockchain pubblica, al contrario, si avvicinerebbe al modello promosso dalle imprese private statunitensi.
Ma mi faccia il piacere: qualche precisazione
Andrebbe però aggiunta una doverosa precisazione. La CBDC (Central Bank Digital Currency) non può derivare dal valore da Ethereum o Solana. Il suo valore è garantito dalla Banca Centrale Europea e resta legato all’euro fiat, esattamente come le banconote o i depositi bancari digitali.
Più correttamente, l’UE sta considerando di utilizzare infrastrutture di blockchain pubbliche per facilitare le transazioni e la distribuzione del digital euro, non di ancorarlo in senso monetario alle criptovalute esistenti.
Insomma, non significa che il digital euro verrebbe “ancorato” al valore di quelle criptovalute, ma piuttosto che l’infrastruttura per le transazioni potrebbe essere ospitata su quelle blockchain. Una precisazione doverosa ed essenziale, altrimenti si rischia di fare davvero confusione, in un mondo molto complesso come quello delle criptovalute.
Tra l’altro non esiste alcuna conferma ufficiale da parte della BCE. Basta però spulciare sul sito ufficiale, nella sezione delle FAQ, per trovare qualche indizio interessante, come questa domanda.
L’euro digitale sarà basato su una tecnologia di registro distribuito come la blockchain?
L’Eurosistema sta sperimentando diverse tecnologie – sia centralizzate che decentralizzate – nello sviluppo dell’euro digitale, incluse le tecnologie di registro distribuito. Tuttavia, non è ancora stata presa una decisione.
La decisione è attesa per la fine del 2025, un lasso tempo esiguo per mettere in piedi una valuta digitale di cui non sono ancora stati scelti i fondamentali. Senza contare che anche blockchain come Solana ed Ethereum hanno dei limiti tecnici e potrebbero non riuscire a sostenere un traffico elevato come quello richiesto dalle CBDC.
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