Rapina da 11 milioni in criptovalute: un finto corriere assalta un investitore a San Francisco

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Lucio Prosperi

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Ultimo aggiornamento: 

Novembre 25, 2025

Un investitore crypto di San Francisco è stato derubato di circa 11 milioni di dollari dopo aver aperto la porta a un uomo travestito da corriere. L’aggressore, come riportato dallo SF Chronicle, si è presentato nel quartiere Mission Dolores con cappuccio, guanti e una scatola bianca in mano, fingendo di consegnare un pacco destinato a un certo “Joshua”.

Una volta che la vittima ha aperto la porta, l’uomo ha estratto una pistola, ha immobilizzato il proprietario di casa con del nastro adesivo e lo ha costretto a consegnare telefono, computer e accesso ai wallet crypto.

L’episodio è avvenuto il 22 novembre, il ricercatore Beau Security, che ha pubblicato dettagli aggiuntivi su X , ha confermato che al momento non sono stati effettuati arresti e che l’indagine rimane aperta.

Cos’è un “wrench attack” e perché è diventato la strategia preferita dei criminali

L’aggressione rientra nella categoria dei cosiddetti “wrench attack”, non si tratta di un attacco informatico, ma di un’estorsione fisica in cui la vittima viene minacciata fino a rivelare password, codici d’accesso o seed phrase dei wallet.

Il concetto nasce da una parodia online che metteva a confronto la complessità di violare un sistema crittografico e la facilità di ottenere una password colpendo la vittima con una chiave inglese, in altre parole, invece di tentare di compromettere hardware wallet e protocolli di sicurezza, i criminali puntano direttamente alla vulnerabilità più semplice: la persona.

Gli attacchi fisici contro investitori crypto crescono del 169% in sei mesi

Il caso di San Francisco è solo la punta dell’iceberg. Gli attacchi fisici legati alle criptovalute sono cresciuti del 169% in appena sei mesi, segnando un aumento senza precedenti.

Una delle fonti più autorevoli su questo tema è l’archivio pubblico mantenuto da Jameson Lopp su GitHub, dove sono registrate rapine, aggressioni e sequestri legati al possesso di asset digitali.

Nel frattempo, anche le perdite dovute ad attacchi digitali continuano a crescere: nel primo semestre 2025, secondo Certik, gli investitori hanno subito danni per oltre 2,3 miliardi di dollari distribuiti su 344 incidenti, la combinazione tra criminalità “offline” e frodi online rende i possessori di criptovalute bersagli sempre più vulnerabili.

Sequestri, torture e violenze: dagli Stati Uniti alla Francia, la criminalità crypto cambia volto

Negli Stati Uniti, diversi casi recenti mostrano una deriva sempre più violenta, a Chicago sei uomini sono stati incriminati per aver sequestrato una famiglia e la loro baby-sitter, costringendoli a trasferire circa 15 milioni di dollari in crypto.

A New York un imprenditore italiano è stato tenuto in ostaggio e torturato per settimane per ottenere la password del suo wallet Bitcoin, in un caso che ha coinvolto persino due agenti NYPD sospesi dal servizio, le informazioni arrivano dal rapporto dedicato.

In Europa la situazione è altrettanto grave, a Parigi un trader crypto è stato rapito e poi rilasciato dopo che i sequestratori non sono riusciti a ottenere un riscatto in criptovaluta. Sempre in Francia, un caso ancora più violento ha coinvolto figure legate a Ledger, con aggressori che hanno tentato di estorcere le private key del wallet con minacce e mutilazioni.

Questi episodi dimostrano che la criminalità legata alle crypto non è più confinata al mondo digitale: si è ormai trasformata in un fenomeno ibrido, dove sequestri, minacce e violenze mirate rappresentano una nuova forma di attacco.

Recuperare crypto rubate sotto minaccia è quasi impossibile

Dal punto di vista investigativo, episodi come quello di San Francisco sono estremamente difficili da risolvere.

Gli agenti cercano di tracciare i movimenti on-chain e di recuperare i dispositivi sottratti, ma incontrano subito un problema critico.

Quando una transazione viene firmata direttamente dalla vittima, anche se sotto minaccia, risulta tecnicamente legittima. Non si tratta di un furto informatico, ma di un trasferimento autorizzato a tutti gli effetti, una volta che i fondi vengono spostati rapidamente su wallet difficili da rintracciare o inviati verso piattaforme non regolamentate, il recupero diventa irrealizzabile.

Gli analisti spiegano che questi casi sono molto più complessi degli hack tradizionali e raramente portano a un recupero sostanziale delle somme sottratte.

Proteggersi significa unire sicurezza digitale e sicurezza personale

Gli esperti spiegano che, per difendersi, non basta più la sicurezza digitale, le misure tradizionali come hardware wallet, autenticazione a due fattori e password robuste restano fondamentali, ma diventano inutili se la vittima subisce un’aggressione fisica.

La protezione deve includere anche abitudini di vita più prudenti.

Evitare di mostrare patrimoni o profitti sui social, tenere separati i wallet destinati all’uso quotidiano da quelli che custodiscono la maggior parte dei fondi, non conservare grandi somme in dispositivi presenti in casa e adottare sistemi multifirma distribuiti tra luoghi diversi possono ridurre drasticamente il rischio.

Alcune soluzioni permettono persino di attivare meccanismi di emergenza che spostano automaticamente i fondi se viene rilevato un comportamento sospetto. L’obiettivo è semplice: ridurre la quantità di crypto “a portata di minaccia” e tutelare la propria incolumità.