Bitcoin verso i 15.000 dollari? L’analisi che confronta BTC e oro spacca il mercato

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Lucio Prosperi

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Oct 2023

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Ultimo aggiornamento: 

Dicembre 9, 2025

Dopo il ritorno di Bitcoin sotto quota 100.000 dollari a novembre, nella community crypto è tornata a circolare l’idea della fine del bull market, la fase di mercato rialzista, e dell’arrivo di un bear market, un ciclo ribassista prolungato. Fin qui nulla di nuovo.

Le stime più prudenti parlano di un possibile minimo intorno ai 50.000 dollari. Ma c’è anche chi spinge lo scenario molto più in basso.

Tra le previsioni che stanno facendo più scalpore c’è quella dell’analista noto come The Great Martis, che su X (ex Twitter) ha pubblicato un’analis tecnica che prevede un crollo fino ai 15.000 dollari. Una tesi estrema, che non nasce dall’analisi diretta di Bitcoin ma da un confronto con l’oro.

Perché l’oro torna al centro del dibattito su Bitcoin

Secondo Martis, l’attuale forza dell’oro non sarebbe solo una questione di domanda strutturale, ma anche di speculazione, movimenti di capitale guidati dalle aspettative e non dall’uso diretto dell’asset.

Il vero motore, però, sarebbe la Fed, la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, che con le sue politiche monetarie starebbe creando le condizioni per una nuova fase di rally del metallo prezioso.

Il punto, per l’analista, è che Bitcoin e oro continuerebbero a muoversi in modo inversamente correlato: quando uno sale, l’altro tende a soffrire. Se l’oro dovesse davvero spingersi fino in area 12.000 dollari, livello paragonato alla fascia di prezzo in cui si trovava Bitcoin nel 2021, allora, per Martis, il lato oscuro del ciclo di BTC sarebbe tutt’altro che escluso.

Ed è qui che arriva la proiezione più aggressiva: sotto i 20.000 dollari prima, fino a un possibile minimo in area 15.000 dollari poi.

Cosa significherebbe Bitcoin a 15.000 dollari

Un simile scenario non sarebbe un semplice ritracciamento tecnico ma un crollo superiore al 70% rispetto ai livelli attuali e quasi un -90% rispetto al massimo storico di 126.000 dollari toccato a ottobre. Valori che riporterebbero Bitcoin in un contesto da fine 2020, cancellando l’intero ciclo rialzista.

Nel frattempo, i numeri raccontano già una divergenza netta tra i due asset. Nel 2025 l’oro ha guadagnato oltre il 55%, mentre Bitcoin ha perso circa il 30% dopo il top di ottobre.

Due traiettorie opposte, che rafforzano la narrativa dell’oro come bene rifugio e di Bitcoin come asset ad alta volatilità, quindi con oscillazioni di prezzo rapide e spesso violente.

Tra narrativa macro e ciclicità

Il problema di fondo, però, resta sempre lo stesso: usare l’oro come unica bussola per prevedere Bitcoin è un esercizio affascinante sul piano teorico, ma fragile sul piano storico.

Bitcoin non è solo una riserva di valore alternativa, è anche un asset guidato da cicli propri, da dinamiche di liquidità, dagli ETF, dalla leva finanziaria e dal comportamento degli investitori istituzionali.

Nel 2021 l’oro non ha certo anticipato l’esplosione di Bitcoin. Allo stesso modo, oggi non è affatto scontato che un nuovo rally del metallo giallo debba necessariamente tradursi in un collasso di BTC.

La previsione di Martis va letta per quello che è: uno scenario estremamente ribassista basato su una correlazione che, nel tempo, si è dimostrata tutt’altro che stabile. Suggestiva, sì. Deterministica, no.