Rapina shock a Londra, sequestro lampo e furto da 1,5 milioni in criptovalute
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Il quattro novembre, un’auto con a bordo due uomini e tre donne è stata bloccata da una banda mascherata nella zona nord di Oxford, i criminali sono saliti a bordo e hanno trattenuto le cinque vittime nell’abitacolo per circa trenta minuti, come riportato da The Guardian.
Durante la rapina è stato sottratto un orologio di lusso dal valore di circa quattrocentocinquantamila sterline, una delle vittime è stata poi obbligata a trasferire più di un milione di sterline in criptovalute verso un wallet controllato dai rapinatori. Dopo il colpo, il gruppo è stato abbandonato in Five Mile Drive.
Le verifiche degli investigatori hanno portato all’arresto di quattro persone coinvolte nella rapina, tre uomini e una donna, individuati tra Londra e il Buckinghamshire, e rilasciati poi su cauzione.
Le autorità stanno analizzando le immagini delle telecamere e ricostruendo gli spostamenti dei sospetti nelle ore precedenti e successive all’agguato, con l’obiettivo di identificare eventuali complici.
La polizia è particolarmente interessata agli avvistamenti nei pressi di Yarnton Road e Sandy Lane tra Kidlington e Yarnton, nonché a Five Mile Drive, Carey Close, Rotherfield Road e Kirk Close tra le 13:00 e le 16:00 del giorno della rapina.
Tre i veicoli ritenuti collegati al crimine: una berlina BMW nera, una Hyundai Ioniq blu e una Mercedes-Benz Vito argento. Il valore complessivo del colpo supera il milione e mezzo di sterline, tra beni fisici e fondi digitali.
Perché questa rapina preoccupa chi possiede criptovalute
Il caso mette in evidenza una trasformazione nella criminalità legata agli asset digitali, le criptovalute, soprattutto quando detenute in grandi quantità, non rappresentano più solo un bersaglio informatico: diventano anche un obiettivo fisico, perché possono essere trasferite in pochi secondi se i criminali ottengono accesso al dispositivo o costringono la vittima a farlo.
Il trasferimento forzato di fondi digitali dimostra che gli aggressori non puntano solo a beni materiali facilmente rivendibili, ma anche a patrimoni online che, una volta spostati, sono difficili da recuperare e da tracciare.
Un campanello d’allarme per sicurezza digitale e fisica
La combinazione tra orologio di altissimo valore e criptovalute mostra che i criminali puntano a soggetti considerati “ad alto profilo”, dove beni fisici e asset digitali si sommano.
Questo tipo di rapina evidenzia quanto sia importante, per chi possiede o gestisce fondi in criptovalute, adottare misure di sicurezza che proteggano sia il wallet sia la propria esposizione personale.
Le autorità britanniche ritengono che la rapina sia stata pianificata con attenzione e che la banda conoscesse il valore delle potenziali vittime. Una dinamica che sottolinea quanto il mondo crypto sia diventato integrato nella criminalità tradizionale e quanto sia necessario aumentare prudenza e protezioni.
Il colpo di Oxford non è solo un episodio isolato, ma un esempio di come l’evoluzione del settore crypto stia cambiando anche il panorama della sicurezza fisica. La rapidità con cui sono state trasferite le criptovalute e il valore complessivo sottratto mostrano la vulnerabilità di chi detiene grandi patrimoni digitali senza adeguate misure di protezione.
Allo stesso tempo, gli arresti già effettuati indicano una risposta investigativa immediata, ma il fenomeno rimane un segnale da monitorare con grande attenzione.
Nel primo semestre del 2025 sono stati segnalati 48 attacchi fisici contro investitori, trader e detentori di Bitcoin, di questi, 14 solo in Francia; sono aumentati del 169 % nell’arco di sei mesi, questi episodi non riguardano più solo furti digitali o phishing, ma includono aggressioni, rapimenti e trasferimenti forzati di criptovalute, rendendo la detenzione di asset digitali una vulnerabilità reale anche sul piano fisico.
Solo pochi giorni fa aveva destato scalpore il caso del ritrovamento di un imprenditore crypto, Roman Novak, fatto letteralmente a pezzi insieme alle moglie, i cui resti sono stati abbandonati nel deserto di Dubai.
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