Ethereum attiva oggi l’upgrade Fusaka: un cambiamento epocale

Ethereum entra oggi in una nuova fase con l’attivazione dell’upgrade Fusaka, un hard fork che non introduce molte funzioni visibili agli utenti ma interviene nelle fondamenta della rete.
L’obiettivo primario è quello di alleggerire il carico sui nodi, aumentare la capacità dei blocchi e rendere più efficiente l’ecosistema dei Layer 2, oggi responsabile della maggior parte dell’attività su Ethereum.
La nuova era dei blob con i BPO fork
Il primo grande cambiamento riguarda i blob, i pacchetti di dati che alimentano i rollup. Finora Ethereum ha operato con una capacità limitata, mentre oggi entra in funzione un nuovo modello basato sui Blob Parameter Only fork.
In pratica, prima di Fusaka, ogni volta che Ethereum voleva aumentare la capacità dei blob serviva un hard fork vero e proprio: un aggiornamento coordinato, con tempi precisi, comunicazioni agli operatori, rischi di incompatibilità e la necessità di allineare migliaia di nodi in contemporanea. Ogni modifica era un “evento straordinario”, complesso e delicato.
Con i BPO fork questo meccanismo viene superato. Gli sviluppatori definiscono in anticipo una serie di “punti di svolta” nella timeline della rete: quando viene raggiunta una certa epoca, scatta automaticamente un aumento dei parametri che regolano i blob.
PeerDAS e la riduzione del carico sui nodi
Il cuore tecnico dell’upgrade è l’EIP-7594, che introduce il PeerDAS. Fino ad oggi ogni nodo era costretto a scaricare interi blob per verificarli, con un impatto evidente su banda e spazio di archiviazione. Con PeerDAS basta campionare una piccola porzione dei dati per verificarne la coerenza.
È una soluzione ingegnosa che diminuisce la banda necessaria e quindi i costi di gestione; chiunque può gestire un nodo senza per forza disporre di un hardware professionale. La decentralizzazione, che negli ultimi anni aveva iniziato a risentire della crescente complessità dei requisiti, torna a essere sostenibile.
Il gas limit e l’ambizione di un throughput maggiore
Fusaka interviene anche sul gas limit, uno dei parametri più sensibili per Ethereum.
Il gas limit stabilisce quante operazioni possono entrare in ogni blocco. È un po’ come la larghezza di una corsia in autostrada: se la allarghi, ci passano più macchine; se la lasci stretta, il traffico rallenta. Finora Ethereum ha allargato questa corsia passando da 30 a 45 milioni di gas. Un aumento utile, ma non significativo.
Con Fusaka gli sviluppatori stanno preparando il terreno per un passo più grande: L’EIP-7935, ad esempio, propone di allargare la “corsia” a 150 milioni di gas. Significherebbe permettere molti più dati e transazioni in ogni blocco.
Si stima che nel giro di due anni Ethereum potrebbe gestire circa 2.000 transazioni al secondo.
Un ecosistema che cresce, ma che ha bisogno di fondamenta più solide
L’aggiornamento Fusaka arriva mentre i Layer 2 sono diventati sempre più importanti per Ethereum. Arbitrum, Optimism, Base e zkSync hanno accelerato l’adozione e la TVL della blockchain creata da Vitalik Buterin, ma anche creato problemi legati alla complessità delle interfacce utente.
Inoltre, ognuno opera come una mini-blockchain autonoma, con regole, strumenti e infrastrutture differenti.
L’utente medio si trova davanti a un mondo sempre più complesso, mentre lo staking soffre una coda di uscita superiore ai due milioni di ETH, con tempi che superano i quaranta giorni. Una fragilità che mette in discussione il lavoro dei validatori e la sicurezza della rete.
Perché Fusaka è importante?
Fusaka non introduce una singola novità ma cambia il modo in cui Ethereum respira, elabora dati e si aggiorna.
Aumenta la capacità della rete senza compromettere la decentralizzazione, riduce i costi operativi per i nodi, rende le fee più prevedibili e apre un percorso di crescita che non dipende più da upgrade traumatici.
Insomma, una rivoluzione silenziosa ma che potrebbe dare nuova linfa a una blockchain che comincia a mostrare i suoi anni e i suoi limiti.
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