Non vogliamo capire la Blockchain ma solo utilizzarla!
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Ad oggi la conoscenza del mondo delle criptovalute è piuttosto limitato, così come quella di Bitcoin. Sebbene molte persone ne abbiano sentito parlare, solo in pochi hanno capito come funziona BTC o una qualsiasi blockchain; e i tentativi fatti finora per sensibilizzare il pubblico su quella che viene definita come la rivoluzione WEB3, sono stati vani.
Del resto, si tratta di un problema strutturale. Ci siamo convinti che l’adozione di Bitcoin e criptovalute debba passare per forza attraverso la comprensione tecnica. Basterebbe pensarci un attimo per capire che si tratta di un errore.
Quante persone conoscono il funzionamento del protocollo TCP/IP? O quello di un motore a scoppio? Eppure utilizziamo Internet e l’automobile tutti i giorni. Non abbiamo bisogno di sapere come funziona, ma abbiamo bisogno di conoscere come si guida una macchina e come aprire un browser.
Le persone non scelgono le tecnologie in base al loro livello di comprensione, ma le utilizzano per risolvere un problema. Punto.
Il paradosso educativo del Web3
Da anni il settore organizza workshop, seminari e webinar per “insegnare la blockchain” ma l’utente medio non ha nessuna voglia di imparare cosa sia un rollup, una seed phrase o una transazione gasless. Vuole solo poter inviare denaro in maniera quasi gratuita e in pochi click, senza dover leggere un intero whitepaper.
Invece di progettare prodotti più accessibili, ci incaponiamo in un vano sforzo didattico, come se l’adozione passasse da un corso accelerato di crittografia.
Il vero problema: l’interfaccia del WEB3
Il problema della blockchain non derivano dalla difficoltà di capirla ma di come utilizzarla. Wallet da configurare, frasi seme da custodire, commissioni da pagare a volte incomprensibili, e una miriade di opzioni da selezionare. Un labirinto tecnologico che farebbe scappare chiunque, a patto di non avere una laurea in informatica.
Se ci pensate è lo stesso errore commesso dai primi smartphone: menù complicati, combinazioni di tasti da premere e manuali da studiare. Poi è arrivata Apple e ha nascosto la tecnologia dietro un’interfaccia intuitiva. I tecnicismi sono scomparsi. Nessuno si è più chiesto se lo schermo era resistivo o capacitivo, bastava toccarlo per farlo funzionare in maniera intuitiva.
Protocolli o prodotti?
I protocolli tecnologici sono fondamentali per il funzionamento di un prodotto, ma da soli non portano utenti. TikTok non ha mai fatto campagna marketing per spiegare qualche codec video utilizza, così come Google con Gmail non ha mai perso tempo per spiegare che cosa sia l’SMTP.
Ha sempre avuto ragione chi ha costruito prodotti concreti, utilizzabili da tutti, e in grado di risolvere un bisogno immediato.
La vera adozione di massa non arriverà quando la gente sarà in grado di “capire la blockchain” ma quando non si accorgerà di utilizzarla. L’adozione non passa dalla teoria ma dalla pratica. Non servono lezioni di blockchain ma prodotti che le persone comuni siano in grado di utilizzare.
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