I principali Asset Manager giapponesi sono pronti a lanciare fondi cripto
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Mentre le autorità di regolamentazione si stanno muovendo verso una profonda revisione del trattamento riservato alle attività digitali dalla legislazione finanziaria, le principali società di gestione patrimoniale del Giappone si stanno preparando a lanciare i primi fondi di investimento in criptovalute del Paese.
Da un sondaggio condotto dall’indice Nikkei della Borsa di Tokyo è emerso che sei grandi operatori, tra cui Daiwa Asset Management, Asset Management One, Amova e Mitsubishi UFJ, stanno attualmente valutando prodotti di investimento in criptovalute in vista di un previsto cambiamento normativo da parte dell’Agenzia dei Servizi Finanziari (FSA).
Il Giappone pianifica una modifica normativa nel 2026 per consentire l’uso delle criptovalute nei fondi comuni di investimento
In base alle norme attuali, le criptovalute non possono essere incluse nei fondi comuni di investimento, principalmente a causa delle restrizioni previste dalla legge sui fondi comuni e sulle società di investimento.
Tuttavia, entro il 2026 la FSA intende riclassificare le criptovalute ai sensi della legge sugli strumenti finanziari e sui mercati, garantendo a questa classe di attività la stessa protezione degli investitori prevista per le azioni e le obbligazioni.
L’autorità di regolamentazione sta anche valutando una riforma fiscale che applicherebbe un’imposta sul reddito finanziario del 20% ai guadagni in criptovalute, sostituendo l’attuale aliquota che può arrivare fino al 55%.
Se la legislazione verrà approvata, la FSA dovrebbe modificare la legge sui fondi comuni di investimento subito dopo, una manovra che aprirebbe formalmente le porte ai fondi comuni di investimento in criptovalute in Giappone.
Gli Stati Uniti hanno già creato un precedente con l’ETF Bitcoin di BlackRock, che ha raggiunto i 90 miliardi di dollari di asset a settembre, mentre il Giappone conta ora circa 13 milioni di conti in criptovalute detenuti attraverso gli exchange locali.
SBI Global Asset Management si sta posizionando in modo aggressivo. La società prevede di lanciare ETF su Bitcoin ed Ethereum, nonché fondi multi-asset in criptovalute, con l’obiettivo di raggiungere 5.000 miliardi di yen (32 miliardi di dollari) di asset in gestione entro tre anni dal lancio.
Il presidente Tomoya Asakura ha affermato che i prodotti in criptovalute potrebbero diventare uno strumento chiave “per spostare il denaro dai risparmi agli investimenti”, in linea con la politica di lunga data del Giappone volta ad attivare il capitale delle famiglie.
Gli asset manager giapponesi creano team dedicati ai fondi in criptovalute in vista del cambiamento normativo
Altre società stanno rapidamente sviluppando capacità interne.
Nomura Asset Management ha costituito una task force interdipartimentale per preparare strategie di prodotto per un ambiente post-modifica normativa, mentre Daiwa Asset Management si sta coordinando strettamente con Global X Japan, specialista in ETF.
Anche Mitsubishi UFJ Asset Management e Amova Asset Management stanno valutando la gamma di fondi, sia per gli investitori al dettaglio che per quelli istituzionali.
Tuttavia, permangono alcune sfide pratiche. Gli asset manager devono determinare i benchmark di prezzo, garantire di poter acquisire le criptovalute con sufficiente rapidità per soddisfare i flussi degli investitori e mettere in atto sistemi di custodia e sicurezza robusti. Anche la volatilità delle attività digitali rappresenta un fattore importante.
Esortando a prestare attenzione alle dimensioni del wallet, Daisuke Motori, di Morningstar Japan, ha avvertito:
“Le oscillazioni di prezzo di Bitcoin sono di gran lunga superiori a quelle osservate per le azioni, le obbligazioni e l’oro”.
Nonostante i rischi, però, l’ottimismo è alto. Il Giappone intende trattare le risorse digitali come prodotti finanziari soggetti alle leggi sull’insider trading e ha deciso di abbassare il carico fiscale sui profitti.
L’Agenzia dei Servizi Finanziari sta elaborando misure che coprirebbero 105 criptovalute quotate a livello nazionale, tra cui Bitcoin ed Ethereum.
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