Giuseppe Conte contro Beppe Grillo: e se la soluzione per il M5s fosse la blockchain?
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L’infinita querelle in atto tra Giuseppe Conte e il co-fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, sta tenendo banco in questi giorni sui media nazionali e sembra essere lontana da una soluzione.
Durante l’Assemblea Costituente del 23 e 24 novembre 2024, gli iscritti al M5S hanno votato per abolire la figura del “garante”, ruolo simbolico e operativo ricoperto da Grillo sin dalle origini del movimento.
Grillo ha però contestato la legittimità del voto e richiesto una nuova consultazione online per verificare la volontà degli iscritti. Una richiesta che Giuseppe Conte, attuale leader del movimento, ha deciso di accogliere, annunciando una nuova votazione prevista dal 5 all’8 dicembre 2024, in modo da gestire la questione internamente ed evitare un fastidioso conflitto legale.
Come funziona il sistema di voto del M5S e chi gestisce la piattaforma?
Il sistema di voto del Movimento 5 Stelle si basa su SkyVote, una piattaforma digitale adottata nel 2021 dopo la separazione dall’Associazione Rousseau. Quest’ultima, fondata da Davide Casaleggio, aveva gestito fino a quel momento le votazioni del Movimento.
Con SkyVote, gestita dalla società Multicast S.r.l., il M5S ha cercato di rafforzare l’indipendenza e la sicurezza del processo decisionale, da sempre nel mirino della critica per mancanza di trasparenza.
Esistono in ogni caso dubbi legittimi, come per ogni sistema che non sia al tempo stesso sicuro, trasparente e decentralizzato. E allora perché non utilizzare la Blockchain per le operazioni di voto?
La Blockchain nelle elezioni politiche: è possibile?
Nel caso ve lo stiate chiedendo la risposta è sì, la blockchain può essere utilizzata per le elezioni, comprese quelle interne a un partito politico, per garantire trasparenza, sicurezza e verificabilità del processo di voto.
Anzi, la tecnologia blockchain è particolarmente adatta perché fornisce un registro immutabile e decentralizzato in cui ogni voto è crittograficamente protetto, verificabile e anonimo, eliminando il rischio di manomissioni o frodi.
Gli elettori vengono autenticati tramite strumenti digitali sicuri, come l’identità digitale basata su blockchain. Questo assicura che solo i membri autorizzati del partito possano votare. Ogni voto viene poi registrato come una transazione su una blockchain. Una volta emesso, il voto è immutabile e non può essere alterato.
La crittografia garantisce l’anonimato degli elettori, mentre la trasparenza del registro blockchain consente a chiunque di verificare che i voti siano stati conteggiati correttamente. Il sistema può calcolare automaticamente i risultati, riducendo al minimo gli errori umani e accelerando il processo di scrutinio.
Anche se si tratta di una tecnologia che può sembrare futuristica, la blockchain è già stata utilizzata in diversi casi reali.
Il Partito Pirata è uno dei pionieri nell’uso della tecnologia blockchain per le elezioni interne. Utilizza piattaforme come LiquidFeedback e strumenti blockchain per assicurare trasparenza e partecipazione democratica.
Inoltre, università come MIT e organizzazioni come Santander hanno sperimentato l’uso della blockchain per votazioni interne, dimostrando che è possibile implementare sistemi di voto sicuri e trasparenti anche su piccola scala.
I vantaggi e gli svantaggi della tecnologia Blockchain per il voto
L’utilizzo della blockchain presenta diversi vantaggi. In primo luogo tutti i partecipanti possono verificare che i voti siano registrati correttamente, senza contare che la crittografia e la decentralizzazione riducono il rischio di frodi.
I risultati possono poi essere calcolati in tempo reale, eliminando la necessità di lunghi conteggi manuali e vengono evitate le spese legate alla stampa delle schede elettorali e all’organizzazione logistica.
Di contro non tutti potrebbero avere accesso agli strumenti necessari per votare tramite blockchain che richiede competenze avanzate e potrebbe non essere accettato da tutti.
Un’idea che potrebbe piacere a Beppe Grillo
Beppe Grillo, co-fondatore del Movimento 5 Stelle, ha espresso in diverse occasioni il suo interesse per la tecnologie blockchain e le criptovalute. Nel 2018, aveva dichiarato che “il boom delle criptovalute, che continuano a guadagnare slancio è collegato non solo a quelle tecnologie innovative che rivoluzionano numerose aree della vita delle persone ma anche a nuove comunità e filosofie di vita, che sono già parte della nostra esistenza”.
Inoltre sul suo blog, Grillo ha pubblicato articoli che spiegano la blockchain in termini accessibili, come lo scherzoso: “La Blockchain spiegata a mia nonna“, evidenziando l’importanza della fiducia nelle transazioni online e di come la blockchain possa rivoluzionare questi aspetti.
Del resto la natura decentralizzata e quindi un po’ anarchica della blockchain, piace molto a Beppe Grillo, anche perché dal punto di vista economico riduce la necessità di intermediari tradizionali come le banche. Grillo aveva anche esplorato l’idea di utilizzare la blockchain per implementare un reddito di base universale attraverso token basati su blockchain.
E allora perché non pensare anche alla blockchain per il voto del Movimento?
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