Anche la Germania ci ripensa su criptovalute e Bitcoin. Addio MiCA?
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C’era una volta il MiCA, acronimo di Markets in Crypto-Assets Regulation, il regolamento europeo sulle criptovalute che aveva l’obiettivo di creare un quadro unico per i mercati delle cripto-attività in tutti gli Stati membri.
Un’idea rivoluzionaria, nata quando negli USA il caos normativo sulle crypto era al suo culmine e la SEC faceva il bello e il cattivo tempo, soffocando il settore. Insomma, mentre gli americani brancolavano nel dubbio, nel vecchio continente ci si dava da fare per regolamentare le crypto. Certo, a dirla tutta il MiCA non era perfetto ma almeno era qualcosa.
Purtroppo dalla nascita dell’idea nel 2020, molte cose sono cambiate, e i tempi di realizzazione e approvazione sono stati lunghissimi, un grosso problema nel segmento delle crypto, che si muove alla velocità della luce.
L’arrivo di Trump, con le nuove leggi su criptovalute e stable coin, come il Genius Act, hanno di fatto sparigliato le carte e, ad oggi, sono gli USA ad essere avanti sul piano legislativo.
Una situazione che è diventata sempre più evidente soprattutto in ambito stablecoin, con il rischio che quelle ancorate al dollaro surclassino quelle europee e l’euro digitale.
Francia e Italia guidano la rivoluzione?
Questo disagio è diventato sempre più evidente, tanto che nei giorni scorsi abbiamo assistito alle prime avvisaglie di quello che sta per succedere. Gli stati europei stanno iniziando a muoversi autonomamente, a partire dall’Italia che con Bancomat, ieri ha lanciato la sua prima stablecoin nazionale.
Anche la Francia vorrebbe smarcarsi dalla moneta digitale della BCE e nei giorni scorsi è arrivata perfino a ipotizzare una riserva digitale in Bitcoin.
L’ultima in ordine di tempo a chiedersi se le normative dell’Unione Europea (UE) possano soffocare l’innovazione e l’indipendenza finanziaria, è invece la Germania.
Cosa succede in Germania?
La proposta più recente, avanzata dal partito Alternative für Deutschland (AfD), invita il governo a escludere Bitcoin dalle pesanti regolamentazioni e tassazioni previste dal MiCA.

La mozione, intitolata “Riconoscere il potenziale strategico di Bitcoin, preservare la libertà attraverso moderazione fiscale e regolatoria”, sostiene che Bitcoin rappresenti una classe di asset diversa, definendolo “decentralizzato, non manipolabile e limitato”.
Secondo il partito, Bitcoin non dovrebbe rientrare nel perimetro normativo del MiCA, poiché un’eccessiva regolamentazione rischierebbe di spingere capitali e imprese all’estero, indebolendo la competitività della Germania e minacciandone la sovranità digitale.
Secondo la mozione tedesca, le caratteristiche tecnologiche di Bitcoin lo rendono più simile all’oro digitale che a un token speculativo.
I deputati chiedono al governo federale di mantenere l’esenzione fiscale per la detenzione superiore ai 12 mesi e di classificare le attività di mining privato e di gestione di nodi Lightning Network come non commerciali.
Inoltre, sollecitano una dichiarazione che riconosca Bitcoin come il “denaro digitale libero del XXI secolo”, considerando le sue implicazioni in termini di politica energetica, libertà digitale e sovranità monetaria.
Il contesto normativo tedesco
La Germania è da tempo una delle giurisdizioni europee più favorevoli alle criptovalute, combinando regole nazionali con il nuovo quadro MiCA dell’UE.
L’autorità di vigilanza finanziaria, BaFin (Federal Financial Supervisory Authority), supervisiona tutti i fornitori di servizi in cripto-asset (CASP) e applica gli standard antiriciclaggio (AML) e KYC. Dal momento in cui il MiCA è entrato in vigore, nel dicembre 2024, BaFin è responsabile del rilascio delle licenze per custodia, trading ed exchange di criptovalute.
Finora BaFin ha rilasciato nove licenze MiCA, più di qualsiasi altro regolatore europeo, tra cui quelle per la Boerse Stuttgart Digital Custody e alla fintech Trade Republic.
Germania: l’economia delle crypto è solida
Nonostante le tensioni politiche, l’economia crypto tedesca rimane molto solida. Secondo i dati Chainalysis, tra luglio 2024 e giugno 2025 il Paese ha registrato 219 miliardi di dollari in volume di transazioni crypto, posizionandosi tra i mercati più grandi d’Europa.

L’adozione è in forte crescita: si stima che entro la fine del 2025 ci saranno 27 milioni di utenti, la metà dei quali appartenenti alle generazioni Z e millennial.
Anche gli istituzionali si muovono: Deutsche Bank ha annunciato il lancio di un servizio di custodia per asset digitali nel 2026.
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