Pavel Durov: eroe della libertà di parola contro lo Stato
La breve permanenza del fondatore di Telegram in una prigione francese quest’estate ha rappresentato un punto di svolta per la libertà di parola.

Solo il 24 agosto 2024 Pavel Durov è esploso sulla scena pubblica. Non che la 120a persona più ricca del mondo con 15,5 miliardi di dollari (Forbes) T sia nota solo per questo. Ma sono i successi di Durov sui social media a distinguerlo davvero, e la sua posizione pubblica a favore della libertà di Internet a sottolineare il suo ruolo dinamico in quel mondo.
I primi successi di Durov nei social media sono avvenuti nella sua nativa Russia, quando ha co-fondato il sito di social network VKontakte (VK) nel 2006. Le controversie che circondavano il sito e la successiva interferenza del governo russo hanno spinto Durov ad abbandonare il suo paese natale nel 2014, appena un anno dopo aver sviluppato l'innovativo sito di networking Telegram con suo fratello, Nikolai. Nel 2017, la sede centrale dell'azienda è stata trasferita negli Emirati Arabi Uniti.
Ad agosto, Durov ha dichiarato alla corte di essere venuto per un incontro concordato con il presidente francese Emmanuel Macron, cosa che Macron ha negato. Le accuse mosse contro di lui si basavano sull'idea che il suo sito Telegram non fosse sufficientemente monitorato, e quindi consentisse il libero FLOW di attività criminali.
Secondo Durov, Internet è libero. Lo scambio di idee dovrebbe essere facilitato, non soppresso. Il suo arresto è stato in effetti il frutto di un'operazione di sorveglianza congiunta a lungo termine soprannominata "Purple Music", e condotta dal governo francese in collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti. Entrambi i governi volevano la chiave dei codici di crittografia di Durov, proprio come i russi.
I francesi hanno affermato di essere preoccupati per i criminali informatici, i trafficanti di droga e gli estremisti islamici, mentre gli Emirati Arabi Uniti si sono concentrati sul possibile utilizzo dell'app Telegram da parte di dissidenti e attivisti pro-democrazia, nonostante abbiano investito 75 milioni di dollari in Telegram nel 2021.
Pavel Durov è di nuovo libero di girovagare. Ma il suo caso potrebbe essere un'anteprima di uno scontro, tra i titani di Internet e lo Stato, che probabilmente vedremo più spesso nei prossimi anni.
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