Staking o Cloud Mining: qual è la strategia crypto migliore nel 2025?
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Malgrado la crescente presenza istituzionale stia modificando la percezione del mercato crypto, la volatilità resta un fattore tipico.
Solo i più intrepidi si affidano alle oscillazioni del mercato per generare rendimenti variabili, mentre tutti gli altri optano per soluzioni diverse per massimizzare i profitti limitando i rischi. Oggi gli investitori hanno a disposizione molte più opzioni che in passato per generare reddito passivo con le crypto.
Cloud mining e staking sono le due strategie che attirano maggiormente l’attenzione. Entrambe promettono rendimenti costanti, ma seguono logiche molto diverse. Dietro queste scelte si nascondono dinamiche di rischio, rendimento e liquidità che vanno adattate al proprio profilo.
Cloud mining nel 2025: opportunità, ma non senza rischi
In passato, il mining era forse il modo più diretto per ottenere crypto senza grandi investimenti iniziali. Oggi il settore è cresciuto e l’arrivo di operatori sempre più strutturati ha reso questa strada ormai poco accessibile per l’utente medio.
Qui entra in gioco il cloud mining, che punta su semplicità e accessibilità. Non è più necessario acquistare costosi dispositivi o gestire una mining farm: basta scegliere un provider e sottoscrivere un abbonamento secondo le proprie possibilità. Tra i nomi più noti ci sono MiningToken, ECOS e NiceHash.
Queste piattaforme si promuovono con strategie diverse: MiningToken sottolinea l’impatto ecologico e l’aderenza alla normativa svizzera, ECOS propone contratti a partire da 50 dollari, mentre NiceHash si concentra sulla vendita di hashpower con una commissione attorno al 3%.
Il rendimento è generalmente modesto ma piuttosto stabile. Nonostante ciò, il settore resta volatile. Le pratiche non sempre sono trasparenti e i rischi di truffe, come gli schemi Ponzi, sono reali. Il cloud mining comporta inoltre costi energetici, rischi di centralizzazione e una forte esposizione alla volatilità del prezzo di Bitcoin.
Staking: stabilità e crescita costante
Lo staking è diventato rapidamente un pilastro della DeFi e della gestione delle crypto. Bloccare token come ETH, SOL o ADA per sostenere la rete è oggi una delle modalità più diffuse per ottenere rendite dal proprio portafoglio.
Per lo più i rendimenti sono contenuti: circa il 3% su Ethereum, tra il 6% e l’8% su Solana, fino al 10-12% su soluzioni di staking liquido come Marinade. Ma rappresentano una soluzione ottimale se si considera che un conto di risparmio normale di solito non rende che l’1,7%, mentre lo staking offre un’alternativa molto più interessante.
Il vantaggio principale dello staking è la regolarità delle entrate e una maggiore stabilità del sistema. Certo, esistono dei rischi, come penalità per errori dei validatori e la volatilità dei token, ma il settore è diventato più maturo e meta di professionisti. Soluzioni come Lido e Marinade permettono di mantenere la liquidità grazie a token derivati come stETH e mSOL, consentendo di guadagnare senza rinunciare alla possibilità di vendere in qualsiasi momento.
L’evoluzione del settore è sottolineata dall’ingresso di operatori istituzionali e dall’offerta di servizi sempre più sicuri, con audit, assicurazioni e custodia a norma di legge. Lo staking si sta così avvicinando agli standard della finanza tradizionale.
Chi offre la performance migliore?
Guardando ai numeri, lo staking garantisce rendimenti medi tra il 3% e l’11%, con una maggiore prevedibilità. Il cloud mining può arrivare al 5-10% nei casi migliori, esclusi ovviamente gli schemi ad alto rischio che promettono ritorni irrealistici tra il 100% e l’800%, soprattutto su certi contratti XRP.
La liquidità è un altro elemento chiave. Nel cloud mining il capitale resta bloccato fino alla fine del contratto, mentre nello staking, grazie alle soluzioni liquide, è più facile svincolare i fondi.
Dal punto di vista ambientale, lo staking è nettamente più sostenibile: la proof-of-stake richiede molta meno energia rispetto al mining. Per chi segue criteri ESG, lo staking rappresenta la scelta più logica.
Non sorprende che progetti come Maxidoge (MAXI) abbiano reso lo staking centrale nella propria tokenomics. È un modo per coinvolgere la community e sostenere la crescita del prezzo dopo il lancio del token.
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