Per gli analisti il “Moonvember” non ci sarà quest’anno
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Nelle ultime due settimane Bitcoin è rimasto intrappolato in un range tra 105.000 e 116.000 dollari. A pesare sul suo andamento è stata l’incertezza sulla politica della Fed (Powell non ha dato alcuna garanzia su un taglio dei tassi di interesse a dicembre).
Nel clima di terrore le whale hanno iniziato a liquidare e la domanda istituzionale è calata. Dopo la ripresa di lunedì, Bitcoin è tornato a tingersi di rosso intorno al livello dei 105.000 dollari.
Il “Moonvember” salterà quest’anno…
I soliti rialzi del mese di novembre potrebbero non esserci quest’anno. Potrebbero essere sostituiti da una lunga fase di consolidamento. Come accennato, l’asset è stato appesantito dalle liquidazioni delle balene OG (che sta per “Original Gangster”) ed è ancora scottato dal forte crollo di ottobre.
Anche i recenti movimenti nei mercati finanziari globali stanno complicando la situazione. Il funding rate overnight garantito è sceso al 3,92% il 6 novembre, il livello più basso degli ultimi due anni. “Un segnale che urla una sola parola: panico”, ha avvertito l’analista finanziario Shanaka Anslem.
Secondo l’ultima analisi di Bitfinex, il 27 ottobre Bitcoin ha raggiunto un picco di 116.500 dollari, per poi invertire la rotta, perdere il 9% e scivolare nella parte bassa del range.
Il report segnala che gli holder a lungo termine hanno aumentato le vendite (circa 104.000 BTC in un mese) la più intensa da metà luglio.
“A meno che gli afflussi dagli ETF o la domanda spot non tornino ad assorbire la pressione, Bitcoin resterà probabilmente confinato in un range di prezzo ristretto, con il rischio di testare il range tra 106.000 e 107.000 dollari”, hanno scritto gli analisti di Bitfinex nel report del 3 novembre.
La società ha avvertito che una rottura decisa sotto questi livelli potrebbe spingere l’asset crypto fino a quota 100.000.
Intanto, anche i mercati delle opzioni stanno segnalando maggiore incertezza, con la volatilità implicita in costante calo dal 10 ottobre, giorno dell’ondata di liquidazioni.

Anche il rapporto tra opzioni put e call lo dimostra: è passato da un estremo all’altro. I trader stanno oscillando tra fiducia e prudenza, confermando quella che Bitfinex descrive come “una mancanza di direzione chiara”.
Powell ferma la stretta, ma il mercato resta in attesa
Il 29 ottobre la Federal Reserve ha messo fine alla stretta monetaria, chiudendo la fase di riduzione del bilancio e tagliando i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 3,75-4%.
Jerome Powell ha spiegato che nei mercati monetari “sono emersi segnali evidenti che abbiamo raggiunto i livelli di riserva adeguati” lasciando intendere che la Fed ritiene di aver raggiunto un equilibrio nella liquidità del sistema.
A partire dal 1° dicembre, la banca centrale americana metterà fine al quantitative tightening. Rinnoverà tutti i titoli del Tesoro in scadenza e reinvestirà i proventi dei titoli ipotecari in bond governativi, reimmettendo nel sistema tra 25 e 35 miliardi di dollari di liquidità al mese.
Secondo Jurrien Timmer di Fidelity, la linea di reverse repo (RRP) della Fed, uno strumento che consente alle istituzioni finanziarie di parcheggiare temporaneamente la liquidità in eccesso presso la banca centrale, è ormai esaurita. Inoltre, il saldo di cassa del Tesoro (TGA) è salito a 1.000 miliardi di dollari.
Una combinazione che, spiega Timmer, equivale a “una solida riserva di quantitative easing fiscale pronta a essere utilizzata”. In pratica, una fonte di liquidità che potrebbe tornare a sostenere i mercati nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda l’ultimo taglio, Powell lo ha definito una misura di “gestione del rischio”, giustificato dal rallentamento delle assunzioni e dei salari. A gelare gli investitori sono stati i toni inaspettatamente hawkish di Jerome Powell, dato che non ha dato alcuna garanzie di un nuovo taglio a dicembre.
Nel board della Federal Reserve sono divisi su quale sia la minaccia più urgente da tenere in considerazione: l’inflazione ancora elevata o un mercato del lavoro in fase di rallentamento.
Jeff Schmid, presidente della Fed di Kansas City, ha votato contro il taglio dei tassi di ottobre. Beth Hammack da Cleveland e Lorie Logan da Dallas hanno poi espresso il loro dissenso riguardo ad altri tagli nel breve termine.
Il giornalista Nick Timiraos del Wall Street Journal ha osservato che Powell “ha respinto con decisione le aspettative di un taglio a dicembre per tenere insieme un comitato diviso da differenze apparentemente insanabili”.
Bitcoin si muoverà in un range ristretto a novembre
Il report di Bitfinex mostra un peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. La crescita salariale annua è scesa dal 4,7% registrato a inizio 2023 al 3,7% di agosto. L’economia sta quindi perdendo slancio.
Anche la fiducia dei consumatori è arretrata: l’indice del Conference Board è sceso a 94,6 punti in ottobre, rispetto ai 95,6 di settembre.
Per quanto riguarda le obbligazioni, i rendimenti dei Treasury hanno subito un calo marcato. I titoli a 10 anni sono passati dal 4,5% di giugno al 4% di fine ottobre, con una flessione di 51 punti base.
Secondo gli analisti di Bitfinex, questo movimento “riflette un mix di aspettative in evoluzione, tra possibili tagli dei tassi, crescita economica più debole e aumento della domanda di beni rifugio”.

In mezzo a questo scenario, Bitcoin resta intrappolato tra forze opposte: la consueta forza stagionale di novembre e un contesto macroeconomico incerto che frena ogni slancio.
Senza un ritorno deciso della domanda istituzionale, Bitfinex prevede che l’asset continuerà a muoversi in un range ristretto fino a fine mese.
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