La condivisione automatica dei dati fiscali sulle crypto in Svizzera sarà operativa solo dal 2027
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La Svizzera posticipa lo scambio automatico di informazioni sui conti crypto con le autorità fiscali estere almeno fino al 2027. Dal 1° gennaio 2026 sarà comunque introdotto il quadro giuridico necessario per questa condivisione dei dati.
Durante una riunione di mercoledì, il Consiglio Federale ha approvato le modifiche all’ordinanza che regola la partecipazione della Svizzera allo scambio internazionale di informazioni fiscali. Questi cambiamenti applicano gli aggiornamenti alla legge di riferimento ed entrambe le misure entreranno in vigore all’inizio del 2026.
Il Parlamento aveva già sostenuto questa scelta nella sessione autunnale del 2025, approvando l’estensione del ruolo della Svizzera nella condivisione globale dei dati fiscali secondo gli standard fissati dall’OCSE.
Nuovi obblighi di conformità e due diligence per i fornitori di servizi crypto
Questo pacchetto aggiorna le regole comuni di reporting per i conti finanziari e incorpora il nuovo Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), che stabilisce come segnalare il possesso di crypto. Se non verrà indetto nessun referendum, le modifiche legali entreranno in vigore come previsto.
Per le aziende del settore crypto le nuove regole sono chiare. I fornitori di servizi dovranno registrarsi, segnalare i dati rilevanti dei clienti ed effettuare controlli di base sui clienti che abbiano un collegamento reale con la Svizzera.
L’ordinanza include anche più associazioni e fondazioni, tranne quelle che soddisfano determinati criteri, e prevede misure transitorie per consentire alle aziende di adattarsi al nuovo regime di reporting.
L’aggiornamento spiega cosa cambia in pratica per le aziende crypto. Introduce l’obbligo per i fornitori di servizi crypto di segnalare, effettuare la due diligence e registrarsi, oltre a definire quando esiste un collegamento sufficiente con la Svizzera per essere soggetti alle regole.
Una decisione politica ha però posticipato la data effettiva di inizio dello scambio di dati sulle crypto.
Le regole di reporting sulle crypto resteranno inattive fino all’accordo con gli stati partner
Lo scorso 3 novembre, la Commissione dell’economia e delle imposte del Consiglio nazionale ha sospeso il lavoro sulla lista degli stati partner con cui la Svizzera intende scambiare dati secondo il CARF.
Le regole di reporting sulle crypto saranno quindi presenti nella normativa ma rimarranno inattive finché la Svizzera non sarà pronta a effettuare gli scambi con le giurisdizioni partner.
Di conseguenza, il CARF sarà inserito in legge da gennaio 2026, ma non sarà implementato dal 1° gennaio 2026 come previsto inizialmente. La prima data possibile di inizio è ora il 2027.
Un test sulla rapidità di allineamento delle grandi economie sulla trasparenza crypto
Il rinvio arriva dopo che la Svizzera aveva trascorso l’anno scorso preparandosi a integrare le crypto nel proprio quadro di trasparenza fiscale internazionale.
Il Consiglio Federale aveva avviato una consultazione su un disegno di legge volto a consentire la condivisione di informazioni sulle crypto con 111 giurisdizioni già coinvolte nello scambio automatico di informazioni, a condizione che rispettino il Crypto-Asset Reporting Framework dell’OCSE.
Secondo questo piano, la Svizzera prevede di scambiare dati fiscali sulle crypto con 74 giurisdizioni che rispettano gli standard CARF e dimostrano interesse reciproco.
Il gruppo comprende tutti gli stati membri dell’Unione Europea, il Regno Unito e la maggior parte dei paesi del G20, come Giappone, Australia e Canada. Non include per ora Stati Uniti, Cina o Arabia Saudita, che non sono ancora allineati con il CARF o non hanno ancora gli accordi necessari in vigore.
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