Bitcoin: l’ultimo crollo non è una correzione ma una capitolazione
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Dopo un breve rimbalzo che aveva riportato Bitcoin sopra i 92.000 dollari, il mercato ha subito una nuova e violenta ondata di vendite, che ha spinto BTC verso l’area dei 90.000 dollari.
A differenza dei normali pullback che caratterizzano la volatilità del re delle criptovalute, i dati on-chain mostrano che questa volta si è trattato di qualcosa di più profondo: una capitolazione vera e propria, con segnali raramente osservati insieme.
Una capitolazione reale confermata dai dati on-chain
Secondo l’analista Alphractal, non ci troviamo davanti a un semplice ritracciamento, ma a un evento di capitolazione completo, il dump ha mostrato simultaneamente panico, vendite forzate, liquidazioni e un improvviso aumento del terrore nei mercati.
Tre segnali distintivi rendono questo movimento unico, il primo è il comportamento dei miner: l’hash rate è in calo costante da 30 giorni e molti operatori stanno spegnendo le macchine dopo che i ricavi sono scesi sotto la soglia di sostenibilità, quando i miner capitolano, storicamente, ci si avvicina a una zona di esaurimento del trend.
Parallelamente, il prezzo ha subito un crollo rapido e violento, spingendo BTC molto al di sotto delle sue medie storiche e accentuando la pressione derivante dalle liquidazioni, sui mercati derivati.
Infine, l’offerta attiva ha registrato un picco significativo: molti investitori di lungo periodo hanno iniziato a vendere le proprie monete, segnale tipico delle fasi di stress estremo.
Quando questi tre indicatori lampeggiano contemporaneamente, l’Oscillatore di Capitolazione tende a muoversi verso picchi che in passato hanno anticipato inversioni o fasi laterali prolungate.

Questi movimenti non garantiscono un minimo immediato, ma storicamente segnano punti di accumulazione molto rari, spesso osservabili una o due volte per ciclo.
La conferma degli analisti: la più grande capitolazione dal 2022
Joao Wedson, fondatore di Alphractal, ha dichiarato che l’attuale movimento rappresenta la capitolazione più significativa dal 2022.
Secondo Wedson, questo tipo di shock di mercato tende ad anticipare fasi di equilibrio prolungate in cui Bitcoin smette di scendere, ma non riparte subito, costruendo lentamente una base macro, una dinamica perfettamente coerente con la struttura del 2025, caratterizzata da un sentiment in indebolimento e da pressioni cicliche post-halving.
Molti nuovi whale sono in perdita pesante, mentre gli holder di lungo periodo non stanno vendendo, aumentando la possibilità che BTC entri in una lunga fase di redistribuzione.

BTC a 92.000 dollari: capitolazione, pausa di accumulo e nuovi scenari macro
Al momento, Bitcoin oscilla intorno ai 92.000 dollari e il quadro tecnico suggerisce una combinazione di stress da liquidazioni e perdita di momentum.
Il MACD giornaliero sta lentamente tentando una ripresa, ma manca ancora un’inversione strutturale, segno che il mercato potrebbe aver premuto il “tasto pausa”.
La pressione dei miner aggiunge complessità al quadro: nonostante il ban in Cina, l’hash rate nel Paese è cresciuto del 14%, un dato che testimonia resilienza, ma anche competizione crescente e margini sempre più sottili, per gli operatori meno efficienti.
Infine, parte del sell-off è attribuibile ai segmenti più reattivi del mercato, che hanno registrato perdite significative a seguito dei continui squeeze ribassisti.
Disclaimer: le criptovalute sono una classe di asset ad alto rischio. Questo articolo è fornito a scopo informativo e non costituisce un consiglio di investimento. Potresti perdere tutto il tuo capitale.
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