Perché Tether guadagna così tanto, e durerà per sempre?
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Tether, l’emittente della stablecoin “peggata” al dollaro USDT, sembra inarrestabile. Secondo le stime, l’azienda è sulla buona strada per generare circa 15 miliardi di dollari di profitti entro fine anno.
Si tratta di una cifra impressionante. Visto il suo ritmo di crescita, per il direttore degli investimenti di Bitwise, Matt Hougan, Tether potrebbe diventare l’azienda più redditizia al mondo, superando persino la compagnia petrolifera dell’Arabia Saudita Saudi Aramco.
Se Tether dovesse custodire in futuro asset per un valore di 3 trilioni di dollari, i ricavi supererebbero i 120 miliardi di dollari di guadagni annuali che il gigante petrolifero ha realizzato lo scorso anno.
Ma la sua ascesa ha sollevato numerosi interrogativi: la sua crescita è davvero sostenibile? Cosa rende il suo modello così redditizio? E, soprattutto, come intende impiegare i capitali che sta accumulando?
Da dove provengono i ricavi di Tether?
USDT è ancorata uno a uno al dollaro statunitense ed è il terzo asset digitale più grande al mondo, con un market cap pari a 183,2 miliardi di dollari, in crescita del 50% rispetto all’anno scorso.
L’azienda afferma che ogni singola unità di USDT è sostenuta da attività a basso rischio che generano rendimenti, come i titoli del Tesoro statunitense, i fondi del mercato monetario e le disponibilità liquide.
L’impennata dei tassi di interesse durante la pandemia ha reso questo modello di business straordinariamente redditizio.
Anche se molta attenzione è rivolta verso società come Strategy ( la più grande società pubblica per holding di Bitcoin) e Metaplanet (detta la “Strategy giapponese”), anche Tether è un importante detentore di BTC.
Secondo i dati di BitcoinTreasuries.net, la società ha 87.475 BTC in riserva, per un valore di circa 10 miliardi di dollari.
Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha descritto la redditività della sua società come “molto rara” e, supponendo che le cifre siano vere, avrebbe ragione. Ma dato che non è quotata in borsa, i numeri sono difficili da verificare.
Inoltre, gli ultimi report suggeriscono che l’azienda sta pianificando di raccogliere 20 miliardi di dollari per una quota del 3%. L’operazione implicherebbe una valutazione di circa 500 miliardi di dollari, superiore a quella di colossi come Netflix e Samsung e vicina a marchi finanziari storici come Mastercard.
Come vengono spesi i profitti di Tether?
Oltre a Bitcoin, l’azienda sta costruendo un portafoglio sempre più diversificato. Ora Tether ha acquisito una partecipazione nella Juventus, diventandone il secondo maggiore azionista. Ardoino ha persino lasciato intendere di voler acquistare l’intera squadra.
Tether ha anche investito in startup di mining di Bitcoin e analisi blockchain, tra cui Crystal Intelligence.
Inoltre, Ardoino ha dichiarato che una possibile raccolta fondi “da un gruppo selezionato” di investitori di alto profilo potrebbe sostenere l’espansione dell’azienda in nuovi settori strategici, tra cui l’intelligenza artificiale, trading di commodity, energia, comunicazioni e media.
La redditività di Tether è sostenibile?
Tether è attualmente il leader indiscusso nel segmento delle stablecoin, con una presenza capillare soprattutto nelle economie emergenti, dove l’accesso ai dollari digitali rappresenta un’alternativa strategica alle valute locali.
USDT però non è disponibile nell’Unione Europea, poiché non rispetta i requisiti del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets).
L’azienda sta pensando di lanciare una nuova stablecoin pensata per il mercato statunitense: USAT, progettata per essere conforme al GENIUS Act, il nuovo quadro normativo americano che impone standard più rigorosi in materia di trasparenza, riserve e governance.
In futuro, la redditività di Tether potrebbe essere messa sotto pressione dalla concorrenza. Il suo principale rivale, Circle, emittente della stablecoin USDC, ha un market cap di circa 76 miliardi di dollari, ben sotto a quello di USDT. Ma il vero rischio potrebbe arrivare dalle istituzioni finanziarie tradizionali, che stanno entrando nel segmento con stablecoin proprie.
Per esempio nove grandi banche di Wall Street stanno collaborando per sviluppare una stablecoin “peggata” alle valute fiat del G7.
Infine, la Federal Reserve potrebbe effettuare altri tagli di interesse, cosa che potrebbe ridurre i rendimenti generati dagli asset che Tether detiene a garanzia di USDT, come i titoli del Tesoro. E senza tassi elevati, i profitti dipenderanno sempre più dall’espansione della capitalizzazione di mercato.
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