Paolo Ardoino (Tether) respinge il declassamento della sua stablecoin USDT
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S&P Global ha tagliato il rating della stablecoin più grande al mondo, USDT, portandolo al livello più basso della sua scala di stabilità.
Per l’agenzia di rating il problema sono le riserve troppo volatili
Durante la revisione, l’agenzia di rating ha evidenziato due punti critici: una parte consistente delle riserve è composta da asset considerati volatili, poco adatti a sostenere il peg al dollaro, e mancano informazioni dettagliate.
L’agenzia ha introdotto nel 2023 una scala da 1 a 5 per valutare il rischio delle stablecoin. Nella nota diffusa mercoledì, S&P ha spostato la valutazione della stablecoin di Tether dal livello 4 “constrained” al livello 5 “weak”, segnando un peggioramento netto del giudizio.
Risulta che Tether possiede una grande quantità di asset considerati rischiosi: Bitcoin, oro, obbligazioni societarie e prestiti garantiti. La quota è salita al 24% a fine settembre, in aumento rispetto al 17% di un anno fa.
L’agenzia di rating ha anche segnalato che Tether opera con una “trasparenza limitata sulla gestione delle riserve e sul proprio profilo di rischio”.
Inoltre, manca un quadro normativo chiaro in El Salvador e una separazione degli asset che possa tutelare gli utenti in caso di insolvenza dell’emittente.
Per S&P mancano anche le informazioni sui custodi, sui fornitori dei conti bancari e sulle controparti con cui Tether lavora. Restano poco chiari i criteri con cui l’azienda decide quali asset più rischiosi acquistare e in che modo interviene quando il valore di una parte del portafoglio scende in modo rilevante.
Gli analisti di S&P ritengono che un calo di Bitcoin, che oggi rappresenta il 5,6% degli USDT in circolazione, o degli altri asset ad alto rischio potrebbe ridurre la copertura delle riserve e portare a un depeg della stablecoin.
CEO di Tether: “Portiamo con orgoglio il vostro disprezzo”
Tether, con sede a El Salvador, ha contestato duramente l’analisi di S&P.
La società sostiene che l’agenzia applichi “un quadro tradizionale incapace di cogliere la natura e la portata dell’asset” e che il rapporto trascuri elementi che, secondo Tether, dimostrano la resilienza e il caso d’uso della stablecoin USDT.
Tether ha anche affermando di aver “elaborato miliardi di rimborsi mantenendo una stabilità ininterrotta” e ha definito la sua stablecoin una “infrastruttura finanziaria di importanza sistemica” nei mercati emergenti.
A rendere i toni ancora più accesi è intervenuto Paolo Ardoino. In un tweet, il CEO di Tether ha dichiarato di “essere orgoglioso” del disprezzo dell’agenzia.
Nel messaggio ha criticato i modelli di rating tradizionali, sostenendo che in passato hanno spinto gli investitori verso società poi fallite nonostante i giudizi investment grade.
Ardoino sostiene che Tether abbia costruito “la prima società sovracapitalizzata del settore, senza riserve tossiche e comunque altamente redditizia”.
A suo dire, l’esistenza stessa di USDT dimostra quanto il sistema finanziario tradizionale sia fragile.
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