Le banche europee accelerano sulla stablecoin in euro: nasce Qivalis
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L’Europa punta a rientrare nella competizione globale delle valute digitali, dieci tra i principali istituti del continente, BNP Paribas, ING, UniCredit, CaixaBank, Danske Bank, SEB, Raiffeisen Bank International, Banca Sella, KBC e DekaBank, hanno costituito un’alleanza strategica per sviluppare una stablecoin ancorata all’euro, conforme al MiCA e pensata per integrarsi in maniera nativa nell’economia digitale europea.
Il progetto prende forma attraverso Qivalis, una nuova entità con sede ad Amsterdam, che fungerà da infrastruttura paneuropea per i pagamenti digitali basati su euro tokenizzati. La notizia è stata confermata dai primi comunicati ufficiali, tra cui quello di KBC, e quello di BNP Paribas.
La stablecoin sarà completamente collateralizzata in euro reali e custodita presso istituti regolamentati nell’UE, con l’obiettivo di offrire un mezzo digitale credibile, sicuro e allineato alla normativa.
Una leadership costruita su figure di primo piano del settore finanziario e crypto europeo
Alla guida del progetto ci saranno figure con ruoli di peso nel panorama regolamentare e crypto europeo.
Jan-Oliver Sell, ex CEO di Coinbase Germania e responsabile della prima licenza di custodia crypto approvata dalla BaFin, ricoprirà la carica di CEO di Qivalis, accanto a lui Floris Lugt, già responsabile del Digital Assets Wholesale Banking di ING, assumerà il ruolo di CFO.
La supervisione sarà affidata a Sir Howard Davies, ex presidente della Financial Services Authority e di RBS, che presiederà il Consiglio di Sorveglianza portando decenni di esperienza nei sistemi regolamentati europei. Tutte le nomine restano soggette all’approvazione delle autorità competenti.
Il consorzio ha già presentato domanda di licenza come istituto di moneta elettronica presso la Banca Centrale Olandese, passo essenziale per permettere alla stablecoin di operare entro i confini normativi del MiCA.
Sell ha definito l’iniziativa “un momento spartiacque per il commercio digitale e l’innovazione finanziaria europei”, sottolineando come una stablecoin bancaria denominata in euro rappresenti una risposta concreta al tema della sovranità monetaria nell’era digitale.
Qivalis resterà inoltre aperta all’ingresso di nuovi istituti finanziari, con l’obiettivo di ampliare la partecipazione del settore alla trasformazione dei pagamenti digitali.
Un mercato ancora marginale: il peso delle stablecoin in euro rispetto ai colossi in dollari
I dati di DeFiLlama mostrano una fotografia chiara: la capitalizzazione complessiva delle stablecoin in euro è di appena 649 milioni di dollari, una frazione infinitesimale rispetto alle stablecoin ancorate al dollaro, che superano i 150 miliardi, la dominance di EURC, superiore al 50%, indica un mercato poco diversificato e ancora in larga parte dipendente da un singolo emittente.
Questa sproporzione evidenzia la vulnerabilità del continente a strumenti finanziari digitali non denominati nella propria valuta, Qivalis nasce proprio per colmare questo vuoto strutturale che, secondo i promotori del progetto, non può più essere ignorato, le autorità europee avvertono: la dipendenza dalle stablecoin in dollari è un rischio sistemico.

La decisionedel consorzio arriva in un momento in cui i regolatori europei hanno intensificato gli avvertimenti sui rischi derivanti dalla crescita incontrollata delle stablecoin basate sul dollaro.
Il governatore della banca centrale olandese, Olaf Sleijpen, ha dichiarato che la rapida espansione dei token garantiti da asset americani potrebbe costringere la BCE a rivedere la propria politica monetaria se dovesse verificarsi una corsa ai riscatti con conseguente vendita massiva di titoli del Tesoro USA.
Sleijpen ha affermato al Financial Times che, se la crescita proseguirà al ritmo attuale, le stablecoin denominate in dollari diventeranno sistemicamente rilevanti, creando incertezze sul modo in cui le banche centrali potranno intervenire in caso di instabilità.
Le preoccupazioni sono condivise dal Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, presieduto da Christine Lagarde, che lo scorso ottobre ha individuato vulnerabilità gravi nelle strutture multi-emittente in cui enti regolamentati dell’UE detengono riserve domestiche mentre partner extra-UE emettono token identici garantiti all’estero.
L’ESRB ha raccomandato di vietare tali configurazioni, avvertendo che le richieste di rimborso in condizioni di stress potrebbero travolgere le riserve europee, esponendo l’Unione a passività offshore.
Anche Pierre Gramegna, direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità, ha ribadito la necessità di ridurre la dipendenza dalle stablecoin in dollari, sostenendo che l’Europa debba dotarsi di infrastrutture digitali proprie e sovrane.
Un progetto strategico che si colloca in un clima regolatorio in evoluzione
Il lancio di una stablecoin europea arriva mentre l’UE valuta una riforma per trasferire parte della supervisione crypto direttamente all’ESMA, riducendo la frammentazione dei controlli nazionali.
L’Europa, dopo anni di approccio cautamente reattivo, sembra ora orientata a definire un modello di innovazione più controllato, in cui banche, infrastrutture digitali e regolatori si muovono in modo coordinato.
Qivalis e la sua stablecoin rappresentano uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati dall’industria bancaria europea nel settore delle valute digitali, l’obiettivo non è solo tecnologico, ma politico: restituire centralità all’euro nel panorama crypto e ridurre la dipendenza da strumenti finanziari basati su valute estere.
Il 2026 potrebbe segnare un momento decisivo per la competitività dell’Europa nel mondo dei pagamenti digitali, la sfida sarà bilanciare innovazione, sicurezza e autonomia monetaria, evitando che la crescente complessità del mercato globale trasformi le stablecoin in un nuovo punto di vulnerabilità sistemica.
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