Harvard triplica la sua partecipazione sull’ETF spot Bitcoin
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Il fondo di dotazione dell’Università di Harvard ha inviato un forte segnale di mercato che ha scosso tutta Wall Street a partire dalle fondamenta.
Sono appena stati pubblicati nuovi documenti che dimostrano come la decana delle università statunitensi dell’Ivy League sia seriamente ottimista sulle criptovalute. Harvard ha infatti aumentato in modo massiccio la sua partecipazione nell’iShares Bitcoin Trust (IBIT) di BlackRock, incrementandola del 257% rispetto all’ultimo trimestre, quando deteneva 1,9 milioni di azioni!
Questo significa che ora possiede circa 6,8 milioni di azioni, per un valore di circa 442,8 milioni di dollari, rendendo l’ETF la sua più grande partecipazione azionaria statunitense, davanti a nomi come Microsoft e Amazon.
Perché è così importante? Beh, tradizionalmente i fondi di dotazione non amano la volatilità e si limitano a investire esclusivamente in attività come private equity, immobili e strategie progettate per durare 50 anni.
Quando un fondo da 57 miliardi di dollari permette a un prodotto Bitcoin di diventare il suo asset di punta, non si tratta di una scommessa, ma di una vera e propria dichiarazione strategica.
Questo significa che Bitcoin sta ufficialmente passando dallo status di giocattolo tecnologico per nerd all’essere un vero e proprio punto di riferimento a lungo termine per il wallet.
Il tempismo è significativo. Bitcoin si è raffreddato drasticamente fino a scendere sotto i 95.000 dollari dal suo picco di oltre 126.000 dollari, e i flussi degli ETF hanno subito alti e bassi. Ma cosa stanno facendo i gestori di fondi più intelligenti e più grandi, da Harvard fino ad alcuni fondi sovrani? Stanno acquistando silenziosamente il calo attraverso il facile percorso tracciato dagli ETF.
Quindi, se le istituzioni stanno acquistando, qual è il prossimo ostacolo? Gli ETF risolvono le parti facili: accesso e custodia. Ma non risolvono i problemi di fondo di Bitcoin: la sua blockchain è sicura ma lenta, le commissioni possono essere elevate e non è in grado di eseguire contratti intelligenti complessi.
Il progetto Bitcoin Hyper (HYPER), un Bitcoin Layer 2, sta cercando di risolvere proprio questi problemi. La sua prevendita ha già raccolto con successo quasi 28 milioni di dollari di finanziamenti, segnalando la forte fiducia degli investitori.
HYPER cura i mali di Bitcoin consentendo all’OG Digital Asset di iniziare a oscillare in grande stile
Bitcoin Hyper (HYPER) è costruito attorno a un’idea semplice: mantenere la sicurezza di Bitcoin e migliorare l’esperienza utente. Il progetto mira a gestire le transazioni quotidiane, la DeFi e gli smart contract su un Layer 2 dedicato, ancorando periodicamente lo status a Bitcoin per il regolamento finale.
Per farlo, la rete prevede di utilizzare un livello di esecuzione Solana Virtual Machine (SVM) al di sopra della rete Bitcoin. L’esecuzione si sposta dalla blockchain layer 1 al layer 2, quindi si ottengono conferme quasi istantanee e commissioni molto basse, mentre Bitcoin impiegati rimangono al livello finale di regolamento e sicurezza.

Il concetto di base è semplice: inviare, ricevere e interagire con Bitcoin in tempo reale, con commissioni pari a pochi centesimi, senza abbandonare il modello di fiducia di Bitcoin.
Questo design affronta in modo specifico i punti deboli più evidenti di Bitcoin. Sul livello base, la velocità di trasmissione è di circa sette transazioni al secondo e il tempo di finalizzazione di un blocco è in media di dieci minuti. Questo va bene per una riserva di valore a lungo termine, ma è problematico per i pagamenti, i giochi, il trading on-chain o gli NFT.
Spostando queste attività su un Layer 2 ad alta velocità e ancorandole a Bitcoin ogni poche ore, Bitcoin Hyper mira a trasformare l’“oro digitale” in una garanzia utilizzabile per un intero stack di applicazioni.
È qui che entrano in gioco la mossa di Harvard e flussi ETF simili. Man mano che sempre più capitali trattano Bitcoin come garanzia immacolata e copertura macro, cresce la domanda di infrastrutture che consentano a Bitcoin di fare effettivamente qualcosa di utile: guadagnare rendimenti, sostenere stablecoin, muoversi istantaneamente oltre confine o rimanere all’interno dei binari DeFi denominati in BTC.
Un L2 ancorato a Bitcoin in grado di supportare tali flussi si inserisce perfettamente in questo scenario.
HYPER: ciò che attira le balene
Il mercato sembra averlo notato. La prevendita di HYPER sta raggiungendo i 28 milioni di dollari e offre ricompense di staking pari a circa il 41% per i primi partecipanti.
Gli acquisti delle balene sono stati costantemente elevati, con uno che ha superato i 500.000 dollari. Big ticket come questo non dimostrano la tesi, ma mostrano che gli investitori con un patrimonio netto elevato sono disposti a trattare HYPER come una scommessa con leva finanziaria sugli stessi driver macroeconomici che attirano le istituzioni verso gli ETF spot su Bitcoin.
Se state cercando qualcosa che vada oltre i semplici meme, HYPER offre un mix di contenuti, utilità e prezzi di ingresso in fase iniziale.
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