Coinbase torna in India dopo due anni di ostruzionismo
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Coinbase rialza la testa in India dopo una pausa forzata durata due anni, riattivando le registrazioni per gli utenti e pianificando l’integrazione delle valute fiat, in particolare la rupia, entro il 2026.
Il ritorno avviene in uno dei mercati digitali più grandi e complessi del mondo, in un contesto regolamentare ancora instabile, ma con segnali di apertura da parte delle autorità locali.
Il ritorno dopo il blocco del 2022 e il ritiro totale del 2023
L’exchange statunitense era entrato in India nell’aprile 2022 ma aveva potuto operare per pochissimi giorni: la National Payments Corporation of India aveva negato a Coinbase l’uso dell’UPI, il sistema di pagamenti più diffuso del Paese.
L’impossibilità di processare depositi fiat aveva costretto l’azienda a ridurre le operazioni fino al ritiro completo nel settembre 2023, spingendo gli utenti indiani a chiudere le posizioni e trasferire i propri asset altrove.
Il viaggio di ritorno inizia nel 2024, quando Coinbase avvia un processo di riallineamento normativo collaborando con la Financial Intelligence Unit (FIU).
Il completamento della registrazione ufficiale, apre la strada alla riattivazione dei servizi crypto-to-crypto e allo sblocco graduale dell’offerta, inclusa l’integrazione fiat prevista per il 2026.
TechCrunch, in un approfondimento , ha sottolineato come l’azienda abbia riaperto silenziosamente l’onboarding già a ottobre.
La strategia del “ritiro totale” e la scommessa sulla conformità
John O’Loghlen, direttore regionale APAC, ha spiegato all’India Blockchain Week che la decisione di uscire dal Paese nel 2023 era stata una scelta estrema ma necessaria: solo così l’azienda poteva rientrare con un quadro normativo chiaro, evitando conflitti aperti con le autorità.
Il governo aveva infatti bloccato numerose piattaforme straniere nel 2024 per violazioni antiriciclaggio, rimuovendo le loro app dagli store e oscurando i siti web.
Anche Binance, Bybit e KuCoin sono state costrette a pagare sanzioni per ripristinare i propri servizi nel Paese, mentre Bybit ha recentemente ottenuto la piena riattivazione del trading.
Investimenti locali e rafforzamento della presenza aziendale
Nonostante la lunga assenza dal mercato operativo, Coinbase ha continuato a investire in India, in particolare nell’exchange CoinDCX, valutato 2,45 miliardi di dollari, l’azienda impiega oltre 500 persone nel Paese e prosegue con assunzioni mirate sia per ruoli locali sia globali.
Inoltre, Paul Grewal, Chief Legal Officer, è entrato nel consiglio direttivo dello US-India Business Council, segnale di una strategia istituzionale che va oltre la semplice attività di exchange.
Il peso della fiscalità indiana: un ecosistema con freno tirato
Il quadro fiscale rimane il principale ostacolo alla crescita del mercato crypto interno, l’India applica un’imposta del 30% sui profitti da trading senza alcuna possibilità di dedurre perdite, mentre ogni transazione è soggetta a una trattenuta dell’1%, per i trader professionali la tassazione effettiva può raggiungere il 42,7%, uno dei livelli più alti al mondo.
Queste condizioni hanno favorito la fuga di utenti verso piattaforme estere, che hanno assorbito fino al 90% del volume crypto nazionale, tuttavia, l’incremento dei controlli fiscali, inclusa un’indagine su oltre 400 individui sospettati di evasione tramite transazioni P2P su piattaforme come Binance, dimostra che le autorità intendono irrigidire ulteriormente la supervisione.
Secondo un report, il governo non sarebbe pronto a introdurre una regolamentazione completa, temendo rischi sistemici in caso di riconoscimento formale delle criptovalute private.
Un mercato contraddittorio: adozione elevata, infrastruttura ostile
Nonostante le politiche restrittive, l’India figura nelle prime posizioni degli indici globali di adozione crypto, con una proprietà stimata di 4,5 miliardi di dollari in asset digitali.
Il settore dello sviluppo Web3 è in forte espansione e continua a crescere la presenza di sviluppatori blockchain locali, come confermato da report esclusivi, ma le autorità spingono in direzione opposta: supportano la rupia digitale della Reserve Bank of India, mentre mantengono una posizione avversa verso le criptovalute decentralizzate, considerate una minaccia macroeconomica.
Disclaimer: le criptovalute sono una classe di asset ad alto rischio. Questo articolo è fornito a scopo informativo e non costituisce un consiglio di investimento. Potresti perdere tutto il tuo capitale.- Come diventare crypto-milionari nel 2026? ChatGPT svela il segreto
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