Panico sul mercato: molti stanno vendendo in perdita
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Bitcoin è in una fase di grave capitolazione. Gli holder stanno liquidando le posizioni in perdita e gli ETF spot sono ancora in forte rosso.
Si tratta della fase finale delle liquidazioni?
I dati on-chain delle piattaforme indicano che chi è entrato da poco sta vendendo l’asset sotto il prezzo di acquisto, e lo sta facendo in modo pesante. La situazione ricorda i momenti in cui Bitcoin, nei cicli passati, era vicino al minimo.
L’analisi di CryptoQuant mostra che il rapporto tra guadagni e vendite degli holder a breve termine è scivolato verso 0,97, un livello considerato estremamente basso.
Gli acquirenti stanno quindi vendendo l’asset in netto ribasso. Inoltre, il trasferimento di 65.200 BTC verso gli exchange conferma che il panico dettato dalla paura si sta traducendo in perdite realizzate.

Anche l’STH-MVRV è finito sotto il valore di 1. L’indicatore mostra se chi ha comprato da poco sta guadagnando o perdendo. Sotto questa soglia indica che la maggior parte dei nuovi acquirenti sta vendendo in perdita, sotto il proprio prezzo di ingresso.
Si stanno formando le condizioni che solitamente precedono la ripresa. La volatilità potrebbe restare alta finché gli investitori più fragili continueranno a uscire dal mercato.

Altra giornata nera per gli ETF
La pressione di vendita è evidente. Gli hodler stanno riducendo l’esposizione e anche gli ETF spot su Bitcoin stanno soffrendo. Anche ieri hanno chiuso la giornata in rosso.
L’iShares Bitcoin Trust (IBIT) di BlackRock ha segnato il suo maggiore deflusso giornaliero dal lancio. Ieri gli investitori hanno ritirato 523 milioni di dollari.
Le balene si stanno ritirando dai futures…
Anche gli altri dati mostrano un contesto sempre più fragile per Bitcoin.
Il CEO di CryptoQuant, Ki Young Ju, ha notato che le balene stanno smettendo di operare nei futures su Bitcoin. Gli ordini sono più piccoli e a muovere il mercato adesso sono soprattutto i trader retail.
Gli afflussi dagli exchange spot verso i futures sono crollati, chiudendo la fase in cui le whale usavano BTC come garanzia per aprire le posizioni long.
Il rapporto di leva stimato resta elevato, mentre il costo di deposito su Binance si aggira intorno ai 57.000 dollari. Molti operatori probabilmente hanno già incassato i profitti maturati durante la forte domanda iniziale degli ETF spot.
L’Open Interest è ancora elevato, ma i funding rate non riflettono il clima di paura. Restano neutri. Molte posizioni a leva sono ancora aperte e i trader non sembrano prendere sul serio il peggioramento del mercato.
Il Coinbase Premium è sceso ai minimi degli ultimi nove mesi, probabilmente a causa della pressione di vendita degli investitori istituzionali legate agli ETF che hanno registrato tre settimane consecutive di flussi netti negativi.
Il mNAV di Strategy, un indicatore che misura quanto capitale nuovo entra nei prodotti istituzionali, è fermo a 1,23. Un valore così basso segnala che la domanda è debole.
I miner continuano ad accumulare
Bitcoin è crollato a 91.869 dollari, ma i miner non sembrano nel panico.
I dati della piattaforma di CryptoQuant mostrano che, negli ultimi 30 giorni, i miner hanno venduto solo in 11 giornate, mentre in 19 giorni hanno accumulato l’asset. I volumi sono quasi in pareggio: 6.048 BTC venduti e 6.467 BTC accumulati.

Negli ultimi sette giorni c’è stato il cambiamento più forte, quando i miner hanno accumulato 777 BTC in più di quelli venduti, anche se Bitcoin valeva il 12,6% in meno rispetto a un mese fa.
Inoltre la posizione netta a 30 giorni è tornata positiva a +419 BTC al 17 novembre, suggerendo che i miner più vulnerabili potrebbero aver già completato le liquidazioni.
Gli analisti restano bullish per dicembre
Parlando con la redazione di Cryptonews, Farzam Ehsani, co-fondatore e CEO di VALR, ha spiegato che il rally si considererebbe definitivamente concluso solo con una discesa sotto il range dei 92.000 dollari, livello che segnerebbe la rottura della struttura di mercato.
Per tornare a un percorso di crescita stabile, invece, servirebbe un breakout sopra i 105.000 dollari. Fino a quel momento, secondo Ehsani, la vendita sui rimbalzi resterà la strategia dominante.
Sul fronte on-chain, la crescita del cap realizzato di Bitcoin è rimasta ferma per tre giorni, mentre il market cap sta avanzando più lentamente. La pressione di vendita è ancora presente.
L’indice PnL è passato in negativo l’8 novembre, quando le balene hanno iniziato a incassare i profitti. La teoria ciclica suggerisce un possibile minimo nel range dei 56.000 dollari, vicino al prezzo realizzato.
Ehsani resta bullish nel lungo termine. Ritiene che le tendenze negative di metà novembre non abbiano eliminato le prospettive positive per dicembre.
Potrebbe esserci un “rally di Natale”, a patto che i dati macro restino favorevoli e la comunicazione della Fed si ammorbidisca.
In quello scenario, Bitcoin potrebbe tornare verso la fascia 111.000–116.000 dollari entro fine anno, soprattutto se la domanda legata agli ETF dovesse rafforzarsi.
Il clima resta comunque teso. Il Crypto Sentiment Index ha toccato quota 10 nel fine settimana, livello simile ai minimi di febbraio. Il Bitcoin Fear & Greed Index è fermo a 15, indicatore di un timore estremo tra gli operatori di mercato.
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